domenica 24 luglio 2011

Sinalunga all'avanguardia negli svuotamenti e pulizie... di negozi e abitazioni private (ovvero l'isola felice che non c'è)

Il Cittadino Online 10/07/2010
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Decisamente ciò che è accaduto in questi ultimi mesi a Sinalunga lascia a bocca aperta: rapinati nell’ordine una tabaccheria, un negozio di alimentari, una gioielleria (per ben due volte), un negozio di biciclette. E prima ancora, in ordine inverso, un furgone portavalori, una ferramenta e una serie di appartamenti. Non è finita qui : arrestata anche una persona che coltivava marijuana lungo il torrente Foenna. Insomma ce n’è veramente per tutti i gusti, anche se, fortunatamente, non tutti questi furti hanno avuto successo, ma rimane lo stesso il sapore di una insicurezza diffusa in questa estate ricca di problemi nazionali di vario genere. Verrebbe proprio da pensare che, se in altre zone d’Italia ripulire il territorio è un problema, qui noi siamo veramente all’avanguardia in questo campo: abbiamo una squadra attrezzata che ripulisce sistematicamente pubblici esercizi e abitazioni private. Purtroppo però non stiamo parlando di spazzatura e quindi, al di là delle facili ironie, il problema è molto serio. E’ necessario che in chi delinque cessi di esistere la certezza di non essere scoperto e di potersi godere il maltolto.
Il presente articolo pubblicato
sul Corriere di Siena il 25/07/2011
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E’ comunque evidente che a Sinalunga ci sia una situazione difficile e complessa legata alla legalità e che i nostri amministratori non vadano mai oltre le chiacchere. I cittadini aspettano risposte serie e si chiedono ad esempio quando spunteranno le “23 videocamere posizionate nei maggiori centri abitati del Comune dei principali centri urbani, collegate direttamente alle centrali operative delle Forze dell’ordine” con cui “innalzare ancora di più il senso di sicurezza dei cittadini”, per dirla con le parole di chi dovrebbe gestire il territorio. Qualcuno il 10 luglio di un anno fa affermava anche che di fronte a questo progetto, rivelatosi fantasma, “spiace che qualcuno sfrutti a proprio favore episodi spiacevoli per diffondere un senso di insicurezza non motivato. C’è chi risponde alle questioni con fatti concreti, come il Comune di Sinalunga e la Regione Toscana”. Ora alla stessa persona, ma anche a tutta l’amministrazione comunale, chiediamo: ma davvero i nostri timori erano immotivati?
Rassegnamoci perché le considerazioni più recenti sullo stato di sicurezza di Sinalunga la dipingono come un'isola felice. Che però non c'è. Per maggiori spiegazioni chiedere a Peter Pan.

lunedì 25 aprile 2011

Il "passaggio": vero senso della Pasqua

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Poche ore prima di essere arrestato, processato e condannato, Gesù rivolge queste parole, così come ci sono state tramandate dall’evangelista Giovanni, ai suoi discepoli. Gesù già conosceva il drammatico destino che lo attendeva e per questo voleva da loro accomiatarsi lasciandogli l’ultimo insegnamento.
Il senso della Pasqua sta, fin dalla sua origine ebraica, nel “passaggio”: dall’Egitto alla Terra Promessa con Mosè, dalla morte alla resurrezione con Gesù. Un passaggio doloroso da percorrere fino in fondo per raggiungere la grande meta finale. Anche il suo nome ce lo ricorda: deriva dall'ebraico "pesach" che significa appunto "passaggio".
Sono passati più di duemila anni da quando Gesù morì in croce e risorse dal sepolcro poco fuori Gerusalemme, ma il messaggio è sempre attuale. La vita è di per sé un passaggio difficoltoso, a volte doloroso, a cui non dobbiamo mai rinunciare. Il mondo moderno ci ha portato a rinunciare al dolore, ad allontanarlo ad ogni costo dalla nostra esistenza: una volontà assolutamente ipocrita. Il dolore c’è, ogni giorno, in ogni angolo del mondo e la sfida è nel dargli un senso, nel far sì che sia funzionale alla crescita di ognuno. Questo è il messaggio che passa sottotono forse soprattutto fra i più giovani: accettare la sconfitta ma da lì ripartire verso una vittoria, lo stesso pensiero che ritroviamo nella sportività classica.
Nell’epoca della crisi finanziaria e dei valori il “comandamento nuovo” che Gesù lascia agli apostoli durante l’Ultima Cena ha un valore ancor più grande perché in momenti di grande difficoltà l’uomo rischia “cannibalizzarsi”. Quello che dobbiamo fare per uscire da questo vortice buio, invece, è dimostrare amore per il prossimo.
«Ciò che non mi uccide mi rende più forte». Lo disse il filosofo Nietzsche, autore, fra l’altro, di un libro intitolato L’anticristo. Ma anche da questa massima possiamo cogliere il messaggio pasquale: superare le difficoltà, seppur grandi ed apparentemente insormontabili e correre con speranza verso l’orizzonte di luce.
Auguro a tutti voi una Santa Pasqua.

lunedì 14 marzo 2011

La via italiana dell'energia nucleare

Il terribile terremoto in Giappone dimostra oggettivamente l'insicurezza dei reattori nucleari tradizionali, quelli che utilizzano il metodo della 'fissione' nucleare. L'Italia e' immune da simili rischi in forza di un referendum popolare che ebbe, nel 1987, un esito plebiscitario, imponendo la chiusura delle nostre centrali.
Ribadisco quello che capirebbe chiunque: abbiamo la grande opportunità di investire sul nucleare pulito, trasformando in rara forza la nostra apparente debolezza data dall'assenza di reattori nucleari sul nostro territorio. Possiamo provare, abbandonando la nostalgica scelta della realizzazione dei vecchi reattori di terza generazione, ad arrivare per primi al mondo sulla frontiera del nucleare pulito. Questo primato darebbe all'Italia una forza strategica economica e geopolitica.
Le grandi aziende del settore lavorino dunque su questo senza timidezza, la politica dia questo input, sconfiggendo quei 'ricopioni' che vogliono mettere l'Italia in coda a Francia e Stati Uniti.
Creiamo quindi la via italiana al nucleare pulito con un grande sforzo scientifico e industriale e con un sodalizio bipartisan delle forze politiche su questa prospettiva, stanando anche i rifiuti talebani di chi dice di essere contro la fissione nucleare, ma, in realtà, si appresta a essere contrario anche al nucleare pulito.

Donne, basta retorica inutile, passiamo ai fatti

Per evitare di essere frainteso voglio dire subito che se fossi una donna scenderei in piazza. Lo farei come succedeva trent'anni fa e non solo per protestare contro gli stupri. Oggi lo farei per non farmi prendere in giro.
Se siamo tutti d'accordo sul fatto che esiste un ritardo culturale che non valorizza adeguatamente la donna e le sue specifiche esigenze non si capisce perché tutto rimanga come prima. L'intervento del governo sul quoziente familiare andrebbe calendarizzato con precisione e invece non si riesce a capire se e quando si farà. Non ci sono convincenti politiche a sostegno della maternità e si è costretti a constatare che 1/3 delle donne rinuncia al lavoro dopo il primo figlio e il 50% dopo il secondo. Nella stragrande maggioranza dei governi locali le donne non ci sono o sono presenti con numeri ridicoli, inserite per questioni di marketing, più che per rispettarne la dignità e il ruolo nella società. Infine ci sono ancora il 90% di società partecipate o di enti e agenzie pubbliche che non hanno nei Cda o nel management interno una sola donna. Eppure di professioniste, imprenditrici, docenti universitarie, manager, ce ne sono a decine di migliaia. 
Il punto centrale della rappresentatività femminile non è soltanto quantitativo, ma anche qualitativo: una donna non valorizzata dalle Istituzioni, non considerata dalla politica, estromessa dalla gestione delle aziende pubbliche e private non è considerata una persona, ma una seccatura o direttamente un "oggetto". A questo fattore culturale, a mio giudizio, si legano episodi di mobbing, stalking, maltrattamenti, violenze e stupri, nonché il fenomeno delle mancate denunce da parte delle vittime. Sarebbe più difficile commettere violenza su persone che vengono considerate strategiche nel loro ruolo sociale e culturale. La politica ha oggi gli strumenti per dare risposte concrete, la smetta quindi di fare demagogia indicendo manifestazioni.

venerdì 25 febbraio 2011

Fra' Dario, l'insultatore ufficiale di Berusconi

Ma cosa sarebbe la vita di Dario Fran­ceschini senza Berlusconi? Lui si al­za ogni mattina, si lava i denti e si puli­sce gli occhialini, poi si mette il vestito buono con un chiodo fisso: all’una deve giustificare la sua giornata presentando­si davanti alle telecamere dei tg a insulta­re Berlusconi. Non risultano altre attivi­tà o compiti diversi oltre quello di Insultatore Ufficiale di Berlusconi. Avrà pure i biglietti da visita con quel titolo. Forse è rimasto scosso, e magari menomato, dallo scontro elettorale con Berlusconi quando lui fu reggente del Pd, poi perse, restò solo e finì autoreggente. Allora gi­rava l’Italia a piedi pur di farsi beccare all’ora X dal tg e fare la sua gag contro Berlusconi. Andava all’Aquila, ai confi­ni della realtà, posava in camicina, finge­va di occuparsi della gente. Franceschi­ni, notai una volta, sembra il fratello mi­nore di Fini che ha studiato in semina­rio. Visi lunghi e stature affini, stessa ca­denza emiliana e occhialini, stesso bar­biere, ma timbro di voce modificato in oratorio; persino il cognome è la versio­ne prolissa e francescana di Fini, analogo in capo e coda. Fra’ Dario è un rias­sunto italiano vivente: nonno fascista, padre partigiano, lui democristiano e si­nistrese. Se ha una figlia velina è la fami­glia- tipo. Gli è rimasta la fissa di Berlusca e così ogni santo giorno esce dall’ordine dei franceschini e va in tv per dire al reo Sil­vio: dimettiti. Non è il solo, c’è una com­pagnia di giro di comparse dei tg che vi­ve di quei 22 secondi di teleinsulto col solito finalino: dimettiti. Anche tra i ber­luscones, ovviamente,c’è chi campa fa­cendo in tv l’esorcismo inverso. Mi pia­ce­rebbe sapere cosa fanno dopo la com­parsata questi figuranti, se c’è un pulmino della Rai che li raccatta, con la raccol­ta differenziata, li nutre e li deposita in appositi astucci porta-voci, riusandoli il giorno dopo. A volte in magazzino si ri­versa qualche figurante: è il caso, ad esempio, di Bocchino, finito nel conteni­tore opposto. Vorrei capire se dentro i franceschini c’è una sim card con que­sto programma oppure se sono umani degenerati in ripetitori automatici. Comunque la loro password è: berlusconi.

L'equivoco dei moralisti

Quelle ninfette eternamente ammiccanti, sempre scosciate e con l'ombelico di fuori, insomma le Winx, colpa di Berlusconi anche loro? Perché ogni padre non degenere non si è almeno domandato "ma che cavolo di modello femminile avrà mia figlia se guarda 'sta roba"? Si possono anche vietare le Winx, ma non basterebbe. Come non basterebbe abbattere il Cavaliere per far risplendere una virtù ormai estranea all'epoca. Senza più argini culturali e ideologici c'è solo il mercato e di questo mercato il sesso è il linguaggio universale.
Per decenni l'Espresso, oggi indignatissimo per gli esorbitanti "svaghi del satiro di Arcore", ha illustrato la sua copertina con eloquenti nudi femminile e senza nessuna censura: dice che garantiscono il 15% di copie in più. Con un fondoschiena mezzo nudo l'Unità dell'inflessibile Concita De Gregorio ha da poco rilanciato la sua immagine. E perché l'austero Santoro manda in video solo bele ragazze? E perché il moralista Veltroni candidò un'avvenente campionessa di surf? Nell'era dell'immagine funziona così.
Ma favori e favoritismi non nascono oggi. Nilde Iotti, per dire, mai sarebbe arrivata in Parlamento se non fosse stata l'amante di Togliatti. Ma alla presidenza della Camera giunse perché capace. Inquietano, certo, le resse di mamme che accompagnano le figlie alle selezioni del Grande Fratello piuttosto che delle veline. Ma è del 1951 lo splendido film di Visconti ("Bellissima") che narra la smania di successo che una madre riversa sulla figlia lanciandola nella sentina di Cinecittà. Se, come ha detto con impeto politicista la dalemiana Anna Finocchiaro, il punto è "la ricattabilità del premier", non si capisce allora cosa c'entrino le donne.
Le donne in piazza a difendere la dignità delle donne. Donne contro donne, parrebbe. Perché nessuna delle mille Nicole e Marysthel è parte lesa, essendo tutte sia sfruttatrici che sfruttate di Berlusconi. E in lui, suprema nemesi del conflitto di interessi, non vedono il Premier, ma il produttore televisivo. Come quelle giornaliste che le guardano con sdegno infilandosi nel letto del Direttore. Come quegli intellettuali, o manager, o politici che denunciano il loro mercimonio tacendo quello della propria intelligenza.
Niente di edificante, certo, ma comunque libere scelte. Si poteva buttarla in politica (la ricattabilità, l'incoscienza, la concussione, l'oblio di ogni stile istituzionale), si è preferito invece il più facile messaggio moralista. Ma molte donne, di sinistra e femministe, l'hanno rifiutato. Sublime Natalia Aspesi: "Non ritengo che essere un puttanone sia negativo, è una forma di potere sugli uomini".

mercoledì 5 gennaio 2011

Musica, immagini e parole per un Natale a Sinalunga

Musica, immagini e parole a Sinalunga per un Natale d’eccezione. Di nuovo in azione i Malarum (voce Mirko Pimponi, chitarra Gabriele Marini) e gli Strawberry Overdrive (voce e chitarra Giacomo Fontani, basso Francesco Betti, tastiere e campionamenti elettronici Simone Ciacci). Ancora una volta è la sinergia della musica, ben composta e ben suonata, dei testi e di un sapiente uso dei giochi di luce a regalare ai presenti degli auguri di Natale luminosi, quella luce che simbolicamente tutti vorremmo potesse rischiarare le zone d’ombra che persistono tutto intorno a noi nel nostro vivere quotidiano. Spirito rispettato in questo appuntamento di Natale che negli anni è diventata la festa più luminosa e colorata che ci sia: tutte le comunità, dalle metropoli ai paesini, si accendono in segno di festa con dei giochi di luci e colori che riscaldano l’anima.
L’inizio della serata è stato dei Malarum e la voce di Mirko Pomponi, accompagnato da un Gabriele Marini in grande spolvero, ha avvolto la sala e graffiato i muri  fino a depositarsi sopra gli spettatori come un mantello dal sapore dolciastro che tutto avvolge. Complice la struttura del PrimoPiano, dove questo evento si è tenuto, le vetrate ed il vuoto sotto al pavimento hanno costruito, sulla musica dei Malarum, l’effetto di una nuvola che urtando contro il soffitto ricade sugli spettatori facendoli volare in un universo di crini e cieli stellati, trasmettendogli la voglia di aprire gli occhi e di lasciarsi trasportare via. Un altro punto segnato nel taccuino di questo gruppo che promette un futuro di successi.
Dopo di loro in scena gli Strawberry Overdrive, con Giacomo Fontani accompagnato dalla solita maschera a led che tanto lo fa assomigliare ad un moderno cowboy, difensore di quella musica suonata e cantata che rende piacevoli le serate senza aggiunte di sballi. La vera trasgressione resta la normalità. La loro musica ha riempito il locale e fatto cantare chi già conosce i testi di questo promettente gruppo prodotto da Riccardo Cherubini e Alberto Gerli, mentre l’impianto luci regalava ologrammi degni di nota che si mescolavano con le nuvole prodotte dalla macchina del fumo regalando immagini oniriche di mondi immaginari. La vera sorpresa è però arrivata nella seconda parte della loro esibizione, quando Fontani è entrato in scena completamente vestito di bianco. Una riedizione di un moderno Gandalf (il bianco) che, ritornato da altri mondi, ha suonato e cantato evocando nei cuori che gli prestavano ascolto sensazioni indimenticabili. La loro strada è sicuramente questa, perché ogni sentiero che hanno percorso attraverso terre selvagge li ha condotti fino a qui per il piacere di noi spettatori.
Questa è la magia di un Natale che riscalda, vissuto all’insegna di valori sani, un Natale che ci è piaciuto vivere.