martedì 29 giugno 2010

Il punto sulla questione della centrale a biomasse di Sinalunga. Ordine del giorno al Consiglio Comunale proposto dal PdL

E' giunto il momento che mi soffermi maggiormente sulla situazione ambientale del nostro territorio, su come sfruttamento e distruzione siano in uno stato avanzato, con un grave pericolo per la salute dei cittadini.
Non bastavano la discarica delle Macchiaie, la discarica di gomme abusive a Rapolano (bruciata dolosamente),i fanghi da depurazione sparsi su tutto il territorio senese, l'elettromagnetismo delle antenne per i cellulari (a Bettolle). Ora è venuto il momento per la maggioranza comunale di Sinalunga di avallare la costruzione di una centrale a biomasse in via delle Persie.
Questo impianto si colloca davvero come l'ultima trovata "geniale" della nostra amministrazione. Nonostante le numerose richieste di chiarimenti, ma soprattutto di garanzie sulla salute di tutti i cittadini della Valdichiana avvenute nel gruppo di Facebook "Sinalunga: no alla centrale a biomasse" (http://www.facebook.com/group.php?gid=111668162211143) devo rilevare come il Sindaco e vari altri personaggi si siano avvitati su spiegazioni riguardo le normative tecniche, piuttosto che fornire pareri sulla sicurezza della centrale a biomasse in questione.

Un passaggio veloce per invitare nuovamente a rispondermi in maniera scientifica sugli argomenti da me proposti e postati: la sicurezza dei cittadini del territorio. Verifichiamo a questo punto se le Istituzioni sono in grado di offrirci la sicurezza che nessun cittadino rischierà la propria salute quando e se questo impianto entrerà in funzione.

Partendo dalle centrali a biomasse leggo divertito che alcuni insinuano che sarei a favore persino delle centrali nucleari sul nostro territorio. Risibile in toto. Il problema da me posto riguarda, ripeto, la certezza che i cittadini di Sinalunga e della Valdichiana non abbino compromessa la loro salute quando e se questo impianto entrerà in funzione.

Un altro punto che mi lascia perplesso riguarda come i novelli custodi della Costituzione e delle Istituzioni non perdano occasione per attaccare altrettante figure istituzionali più in alto di loro. Quella non è un'offesa ad un pubblico ufficiale? Evidentemente no. La loro è una difesa a senso unico e non permettono altri modi di porgere le questioni di pubblico interesse. Tipico che antepongano la superiorità ideologica del collettivo alle ragioni umane del singolo e criminalizzino tutto ciò che sfugge alla logica totalitaria.

Altri sono arrivati pure ad attaccare il protocollo di Kyoto e la conferenza di Copenaghen. Sembra quasi che i capi di Stato che hanno firmato questi accordi internazionali siano dei completi incompetenti sul tema ambientale. Delle due una: o i governanti delle Nazioni europee ed extraeuropee, America compresa (ma Obama non era per loro un simbolo?), non sono competenti, oppure certe piccole figure sinistre non perdono occasione per fare politica, coltivare il loro orticello elettorale e di conseguenza considerare i cittadini dei semplici contenitori di voto.

Leggo divertito anche la risposta dell'Assessore provinciale all'Ambiente Berni sulla Nazione Siena dell'8 giugno 2010. A suo dire Siena e provincia stanno “perseguendo una meta ambiziosa: diventare entro il 2015 il primo territorio nel mondo (nota dello scrivente: letto bene, nel mondo) ad emissione zero di CO2”. Il rischio per la stragrande maggioranza dei cittadini è quello di non capire il concetto. Posto che le centrali a biomasse producono come materiale di scarto ceneri, particolati e CO2 e che in qualsiasi combustione si sviluppa CO2, come è possibile che l’aumento di questi impianti giovi ad abbassarne la soglia? Per tutti chiedo quindi se il signor Berni abbia scoperto una qualche forma alternativa di combustione e nel caso lo pregherei di illuminarci. Tutta Siena e Provincia indubbiamente lo proporrebbero come candidato per il prossimo Nobel alla Fisica. Maggioranza e opposizioni unite.
Ma più modestamente l’Assessore Berni voleva rimarcare il fatto che la Giunta provinciale stia tentando il pareggio delle produzioni di energia “pulita” e “sporca”. Una significativa percentuale della produzione si realizza tramite lo sfruttamento dei ricchi bacini geotermici presenti nell’area meridionale della Toscana, particolarmente il Monte Amiata. Da rilevare che a differenza della geotermia a bassa entalpia (l’entalpia esprime la quantità di energia che un sistema termodinamico può scambiare con l'ambiente), quella industriale in uso allo stato attuale non si configura come eco-sostenibile e sta depauperando il bellissimo territorio dell’Amiata: inquina l’aria e le acque, distrugge le risorse idriche potabili e termali, danneggia l’economia locale. Anche l’energia geotermica per la produzione di elettricità (alta entalpia) non è di fatto rinnovabile in quanto i pozzi geotermici si esauriscono in 5 - 10 anni. Recenti studi della Regione Toscana dimostrano inoltre che la falda idropotabile si è abbassata di oltre 300 metri., mettendo a rischio l’esistenza del più importante serbatoio idrico del centro Italia. Le cause? Determinante l’estrazione del vapore per la produzione di energia (il 30%), poiché il sistema delle acqua termali risulta impoverito e la qualità delle acque è compromessa: aumenta la concentrazione di sostanze inquinanti (arsenico, boro).
Non è una energia pulita in quanto emette sostanze altamente inquinanti: mercurio, acido solfidrico, radon, boro, ammoniaca, con danni alla salute e alla vegetazione. Non rispetta il protocollo di Kyoto, a causa degli enormi quantitativi di CO2 e metano e, come se non bastasse, altre conseguenze sono i fenomeni di sismicità.
Per tutte queste ragioni invito dunque l’Assessore Berni a rifare i conti, stando ben attento a quali forme di produzione di energia considera “pulite” e quali “sporche”. Gutta cavat lapidem (la goccia scava la roccia), come dicevano gli antichi romani. Se lo ricordi signor Assessore.

Voglio anche spiegare le posizioni ed i motivi dell'Ordine del Giorno sulla centrale a biomasse di Sinalunga che sarà presentato al prossimo Consiglio Comunale (sarà mia cura dirvi la data in cui sarà convocato e vi pregherei di partecipare numerosi). Il motivo della mia spiegazione vuole andare oltre alla politica della minoranza - di cui (lo ripeto) faccio parte in qualità di vice-coordinatore del PdL di Sinalunga - perché in questo gruppo rappresento solo me stesso. Ovviamente mi avvalgo degli strumenti a mia disposizione per dare battaglia. Nessuna forma di lotta è possibile al di fuori delle Istituzioni e della politica.
La questione è molto semplice. Numericamente la maggioranza, in quanto tale, ha la possibilità di non opporre resistenza ad una eventuale DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) sulla costruzione della centrale a biomasse. La forma di resistenza possibile, anche dopo la convocazione di una Conferenza di Servizi in cui i pareri dei vari Enti interpellati siano risultati favorevoli, consisterebbe nel trovare un'eccezione riguardo alla possibilità che, con la costruzione dell'impianto, la salute dei cittadini risultasse compromessa. Notizie scientifiche in tal senso sono alla portata di tutti con una banale ricerca su Google, piuttosto che su Wikipedia (come roboantemente consigliato dal Sindaco di Sinalunga, ma, ahimé privo di valenze scientifiche) e, normalmente, quando c’è anche solo il dubbio di un danno si negano le autorizzazioni. Agendo invece senza sollevare eccezioni il signor Sindaco e tutti i Consiglieri Comunali che votassero a favore sulla questione riguardante la costruzione della centrale a biomasse, si renderebbero garanti della sua innocuità e, di conseguenza, soggetti a denuncia qualora si sviluppassero patologie collegabili alla centrale stessa.
Torniamo all'Ordine del Giorno proposto dalla minoranza comunale: sarebbe stato controproducente chiedere la non costruzione dell'impianto, perché avremo rischiato uno scontro di natura ideologica e politica sulla questione, senza tenere in primo piano la garanzia alla salute dei cittadini. Questo il motivo per cui viene chiesto l'impegno del "Sindaco e della Giunta a non concedere nulla osta per la realizzazione di detto impianto fino a quando non si sarà individuata una locazione più consona per lo stesso, e fino a quando gli studi scientifici non daranno certezze per la salute dei cittadini in merito alle polveri sottili ed elementi inquinanti contenuti nei fumi di emissione di detti impianti (...) Chiediamo quindi il voto favorevole unanime al presente documento affinchè venga salvaguardata la salute dei nostri cittadini".
Si tratta, in sintesi, di far leva sul senso di responsabilità del Sindaco, che è il garante della salute di tutti i cittadini. Tutti, nessuno escluso

Lo sfruttamento dell'energia solare contro la centrale a biomasse proposta a Sinalunga

Lo sfruttamento dell’energia solare è sicuramente da incentivare, ma soltanto quando si tratta di solare “diretto” e non “indiretto”. Nella prima delle due tipologie l’energia viene ottenuta direttamente dal sole attraverso i pannelli fotovoltaici, nella seconda tipologia si inserisce il discorso delle biomasse, che rappresentano un tipo di sfruttamento indiretto dell’energia solare (crescono per mezzo del sole e devono poi essere bruciate per restituire l’energia “immagazzinata”).
Il solare indiretto, ovvero lo sfruttamento delle biomasse, oltre a riportarci ai problemi relativi alla combustione, possiede un’efficienza nettamente inferiore del solare diretto (un metro quadrato coltivato a pioppi consente un risparmio di appena 0,4 litri di petrolio, mentre se sulla stessa superficie viene posizionato un pannello solare questo produce un risparmio pari a ben 26 litri!).
La coltivazione di pioppo a livello intensivo per la produzione di energia sottrae inoltre terreni alle coltivazioni per l’alimentazione umana.
Esiste la possibilità di stabilire una relazione abbastanza precisa tra il quantitativo di legno prodotto dall'azienda agricola e la quantità di energia producibile utilizzando cippato e stralci di potatura. In base a questa valutazione si può tranquillamente affermare il netto sovradimensionamento della centrale, nella misura di almeno sei volte rispetto allo scarto disponibile in loco, invitandoci a riflettere sulla logica di un’operazione di questo tipo, che renderebbe Sinalunga il centro di raccolta degli scarti provenienti da altre zone. Quanto ai risvolti economici possiamo dire di essere tutti “soci” di questa impresa, in quanto essa viene finanziata con denaro pubblico attraverso i cosiddetti “certificati verdi”, che consentono di vendere l’energia da essa prodotta ad un prezzo nettamente superiore a quello di mercato (se la compagnia produttrice acquista energia già prodotta può abbassare la produzione propria e rimanere al di sotto dei limiti fissati nel protocollo di Kytoo e nella successiva conferenza di Copenaghen, evitando di pagare le conseguenti multe).
Infine per quanto riguarda la classificazione delle biomasse come fonti di energia rinnovabili, vi sono vari dubbi espressi dai più recenti studi, che ritengono inattendibile il loro presunto bilancio “neutro” per quanto riguarda la produzione di anidride carbonica (tanta ne produrrebbero bruciando quanta ne avrebbero consumata crescendo). Le nuove tendenze, in parziale revisione al protocollo di Kyoto, assegnerebbero dunque alle biomasse una percentuale di rinnovabilità non superiore al 70% (stante la necessità di spendere altra energia per trasportarle presso i luoghi in cui verrebbero bruciate).
Il problema risiede nel mercato e nella scarsa incentivazione di questa risorsa, è infatti conveniente acquistare legname dall’estero che costa non più di 5 euro al quintale, contro i circa 8 euro del legname nazionale. In "virtù" di queste distorsioni del mercato nei paesi emergenti vengono distrutti ettari di foreste secolari per produrre cippato, che poi viene esportato nei paesi più industrializzati come l’Italia, producendo enormi danni all’ambiente e rendendo insostenibile l’operazione anche a livello energetico (l’energia impiegata per il trasporto è talvolta superiore a quella prodotta dalla combustione di questo legname).
Questa situazione è favorita proprio dall’incentivazione delle centrali a biomasse sul modello di quella proposte in tutta Italia, che rappresentano soltanto un grande business per gli imprenditori, allettati dagli elevati incentivi elargiti dallo stato per l’energia prodotta con queste fonti.
Occorre a questo punto distinguere il concetto di pericolo da quello di rischio.
Si definisce pericoloso ciò che è in grado di arrecare danno alla salute umana. Ciò che è pericoloso diventa rischioso quando si verifica l’esposizione dell’uomo al pericolo stesso. In base a questo concetto un vulcano su un’isola deserta, pur pericoloso, non sarebbe rischioso, in quanto non vi sarebbe esposizione da parte di nessun uomo a questo pericolo. In seguito all’esposizione ad un rischio può verificarsi un danno. Concludendo il rischio è matematicamente il prodotto tra la frequenza di accadimento del danno e l’entità del danno stesso. Un mito da sfatare riguardo alla pericolosità di determinati agenti è rappresentato dalla concezione per la quale ciò che è “naturale” non sia pericoloso. Niente di più falso, poiché in natura esistono diverse sostanze pericolose per la salute umana. Pertanto, ricollegandoci al discorso biomasse, bruciare legno (elemento naturale) è sicuramente pericoloso. Diventa rischioso quando se ne brucia in grandi quantità, come nella centrale in progetto, pertanto si espone tutta la popolazione all’azione di tutte quelle sostanze che da numerosi studi risultano dannose per la salute. Come è possibile ridurre questo rischio? Il rischio si riduce riducendo l’esposizione. In questo caso va ridotta l’esposizione ai fumi della centrale. Questo è possibile riducendo la quantità di sostanze inquinanti presenti nei fumi stessi, mediante filtraggio. Tuttavia gli studi dimostrerebbero che talune sostanze ritenute cancerogene per l’uomo esplicherebbero la loro azione indipendentemente dalla frequenza di esposizione alle stesse. In ogni caso i tipi di filtri adottati nella centrale in costruzione non sono in grado di trattenere le polveri più sottili, le cosiddette nanoparticelle, che penetrano in profondità nei nostri polmoni e possono entrare in circolazione andando a colpire qualsiasi organo del nostro corpo.
Dobbiamo fare un passo avanti nella definizione del concetto di salute, che non coincide più con il non manifestarsi della malattia e nemmeno con il benessere psicofisico dell’individuo, ma più ampiamente la salute è classificabile come l’assenza dei fattori di rischio. Il rischio può essere ridotto facendo prevenzione primaria (da parte dei tecnici, che riducono i fattori di rischio) e secondaria (da parte dei medici, che possono ridurre i tempi della diagnosi e migliorare l’assistenza sanitaria). Un rischio può anche essere accettato, se i benefici (ad esempio economici) che si traggono fanno dimenticare il rischio stesso. Rimane tuttavia da chiedersi se abbia un senso “vendere” la salute, quando è noto che la salute non ha prezzo.
Tra gli inquinanti contenuti nei fumi che produrrà l’ipotetica centrale vi sono composti del cloro, metalli pesanti (che sono presenti, anche se in percentuali minime, nel legno di pioppo). Vi sarà inoltre una notevole produzione di SOx ed NOx (questi ultimi sono tra l’altro precursori del PM 10, ovvero possono innescare nell’aria delle reazioni chimiche che portano successivamente alla formazione delle particelle sottili). In accordo a ciò per gli ossidi di zolfo e di azoto sopra citati potrebbero esserci dei superamenti dei limiti imposti, soprattutto nelle ore notturne, quando i movimenti dell’aria sono più limitati (durante la cosiddetta “calma di vento”).
Nel piano industriale presentato riguardo le emissioni mancano gli studi sulle concentrazioni di cloro e metalli pesanti. Infine non sono stati compiuti studi approfonditi riguardanti lo sfruttamento delle falde acquifere per il raffreddamento delle turbine. Andrebbero analizzate attentamente le conseguenze di prelievi, scarico in fognatura e immissione in atmosfera di grandi quantità di vapore che potrebbero portare all’alterazione del microclima.
In conclusione il progetto proposto per Sinalunga appare nettamente sovradimensionato per le esigenze del proponente e per lo sfruttamento eccessivo del territorio, con un bilancio di impatto ambientale fortemente negativo.

Il vuoto incartato. Per chiarire il mio pensiero su Fini

Il vuoto incartato è la memorabile definizione che Craxi diede di Fini negli anni ottanta. Terribilmente attuale, anche se il problema oggi è un altro, cioè capire chi c'è dietro Fini. Rilevata l'assoluta evanescenza dei suoi fedelissimi gli troviamo due salvagenti in quei poteri forti, che, ai tempi di Tatarella, lui stesso combatteva e in una svendita dei propri ideali alla sinistra in nome di un "utile idiotismo", oggi più che mai a lui congeniale. Infatti se provasse a fare un partito mettendo nel programma i temi del voto agli immigrati, biotestamento, laicità e nozze gay, con l'inizio della campagna elettorale affonderebbe senza scampo alla prima onda. Una sola cosa avrebbe invece dovuto dire oggi per riconquistare la base oramai perduta: annunciare di aver ritrovato i vecchi ideali per cui i cittadini avevano imparato a credere in lui e a votarlo. Inutile prendersela con la Lega. Nella realtà di oggi la si può superare solo facendo politica sul territorio, non con la giacca e la cravatta che Fini ed i suoi degni epigoni amano indossare. Gianfranco rappresenta solo il triste rigurgito di uno squadrismo che non può e non deve avere diritto di cittadinanza nel PdL.
Benvenuti a tutti nel mio blog. So che molti si chiederanno il perché ho voluto chiamarlo "Il pensiero individualista": coincide con il motivo stesso del mio impegno in politica; quella politica fatta fra la gente e per la gente, per la tutela del territorio dove viviamo, della libertà, della salute e del pieno sviluppo dei cittadini, secondo il principio per cui le persone e le comunità devono avere il diritto di realizzare una società nella quale tutti possano godere di un livello di vita adeguato, grazie all’iniziativa personale di ogni suo componente. Considero la vera Libertà, quella che rende ogni persona responsabile delle proprie azioni, in accordo con la propria coscienza, di fronte alla comunità a cui appartiene ed alle generazioni future, le quali devono essere poste nelle condizioni di vivere in armonia con l’ambiente naturale, perché ogni essere umano è chiamato ad amministrare i beni naturali con saggezza e non sulla base dei suoi specifici interessi. Dall'anteporre la superiorità ideologica del collettivo alle ragioni umane del singolo nasce, invece, la criminalizzazione di tutto ciò che sfugge alla logica totalitaria, che si manifesta nell'ottusa e premeditata volontà di schiacciare ogni forma di individualismo, considerato la fonte del pensare e del vivere borghese. Ogni individualismo, in questa ottica, non può che essere reazionario e non può che produrre soggetti antisociali, che necessitano, per l'appunto, una rieducazione nei campi di lavoro, o nelle comuni agricole, o negli altri luoghi pedagogici attrezzati allo Scopo. In piena antitesi rispetto al mio pensiero non può che stare il comunismo, che, come ogni vero totalitarismo, costringe gli individui alle proprie finalità soltanto con la forza, pretendendo che la loro sottomissione diventi pubblico riconoscimento dell'errore e accettazione convinta della propria conversione al credo catechistico del Libretto Rosso.