venerdì 25 febbraio 2011

Fra' Dario, l'insultatore ufficiale di Berusconi

Ma cosa sarebbe la vita di Dario Fran­ceschini senza Berlusconi? Lui si al­za ogni mattina, si lava i denti e si puli­sce gli occhialini, poi si mette il vestito buono con un chiodo fisso: all’una deve giustificare la sua giornata presentando­si davanti alle telecamere dei tg a insulta­re Berlusconi. Non risultano altre attivi­tà o compiti diversi oltre quello di Insultatore Ufficiale di Berlusconi. Avrà pure i biglietti da visita con quel titolo. Forse è rimasto scosso, e magari menomato, dallo scontro elettorale con Berlusconi quando lui fu reggente del Pd, poi perse, restò solo e finì autoreggente. Allora gi­rava l’Italia a piedi pur di farsi beccare all’ora X dal tg e fare la sua gag contro Berlusconi. Andava all’Aquila, ai confi­ni della realtà, posava in camicina, finge­va di occuparsi della gente. Franceschi­ni, notai una volta, sembra il fratello mi­nore di Fini che ha studiato in semina­rio. Visi lunghi e stature affini, stessa ca­denza emiliana e occhialini, stesso bar­biere, ma timbro di voce modificato in oratorio; persino il cognome è la versio­ne prolissa e francescana di Fini, analogo in capo e coda. Fra’ Dario è un rias­sunto italiano vivente: nonno fascista, padre partigiano, lui democristiano e si­nistrese. Se ha una figlia velina è la fami­glia- tipo. Gli è rimasta la fissa di Berlusca e così ogni santo giorno esce dall’ordine dei franceschini e va in tv per dire al reo Sil­vio: dimettiti. Non è il solo, c’è una com­pagnia di giro di comparse dei tg che vi­ve di quei 22 secondi di teleinsulto col solito finalino: dimettiti. Anche tra i ber­luscones, ovviamente,c’è chi campa fa­cendo in tv l’esorcismo inverso. Mi pia­ce­rebbe sapere cosa fanno dopo la com­parsata questi figuranti, se c’è un pulmino della Rai che li raccatta, con la raccol­ta differenziata, li nutre e li deposita in appositi astucci porta-voci, riusandoli il giorno dopo. A volte in magazzino si ri­versa qualche figurante: è il caso, ad esempio, di Bocchino, finito nel conteni­tore opposto. Vorrei capire se dentro i franceschini c’è una sim card con que­sto programma oppure se sono umani degenerati in ripetitori automatici. Comunque la loro password è: berlusconi.

L'equivoco dei moralisti

Quelle ninfette eternamente ammiccanti, sempre scosciate e con l'ombelico di fuori, insomma le Winx, colpa di Berlusconi anche loro? Perché ogni padre non degenere non si è almeno domandato "ma che cavolo di modello femminile avrà mia figlia se guarda 'sta roba"? Si possono anche vietare le Winx, ma non basterebbe. Come non basterebbe abbattere il Cavaliere per far risplendere una virtù ormai estranea all'epoca. Senza più argini culturali e ideologici c'è solo il mercato e di questo mercato il sesso è il linguaggio universale.
Per decenni l'Espresso, oggi indignatissimo per gli esorbitanti "svaghi del satiro di Arcore", ha illustrato la sua copertina con eloquenti nudi femminile e senza nessuna censura: dice che garantiscono il 15% di copie in più. Con un fondoschiena mezzo nudo l'Unità dell'inflessibile Concita De Gregorio ha da poco rilanciato la sua immagine. E perché l'austero Santoro manda in video solo bele ragazze? E perché il moralista Veltroni candidò un'avvenente campionessa di surf? Nell'era dell'immagine funziona così.
Ma favori e favoritismi non nascono oggi. Nilde Iotti, per dire, mai sarebbe arrivata in Parlamento se non fosse stata l'amante di Togliatti. Ma alla presidenza della Camera giunse perché capace. Inquietano, certo, le resse di mamme che accompagnano le figlie alle selezioni del Grande Fratello piuttosto che delle veline. Ma è del 1951 lo splendido film di Visconti ("Bellissima") che narra la smania di successo che una madre riversa sulla figlia lanciandola nella sentina di Cinecittà. Se, come ha detto con impeto politicista la dalemiana Anna Finocchiaro, il punto è "la ricattabilità del premier", non si capisce allora cosa c'entrino le donne.
Le donne in piazza a difendere la dignità delle donne. Donne contro donne, parrebbe. Perché nessuna delle mille Nicole e Marysthel è parte lesa, essendo tutte sia sfruttatrici che sfruttate di Berlusconi. E in lui, suprema nemesi del conflitto di interessi, non vedono il Premier, ma il produttore televisivo. Come quelle giornaliste che le guardano con sdegno infilandosi nel letto del Direttore. Come quegli intellettuali, o manager, o politici che denunciano il loro mercimonio tacendo quello della propria intelligenza.
Niente di edificante, certo, ma comunque libere scelte. Si poteva buttarla in politica (la ricattabilità, l'incoscienza, la concussione, l'oblio di ogni stile istituzionale), si è preferito invece il più facile messaggio moralista. Ma molte donne, di sinistra e femministe, l'hanno rifiutato. Sublime Natalia Aspesi: "Non ritengo che essere un puttanone sia negativo, è una forma di potere sugli uomini".