Ho assistito allo
scambio di battute al vetriolo fra Claudio Nannini, coordinatore comunale del
PdL, e Angelina Rappuoli, consigliere comunale della Lista Civica Angelina per
Sinalunga, avvenuto su Facebook nei commenti al precedente Comunicato Stampa di
Fratelli d’Italia (https://www.facebook.com/notes/gianni-massai/comunicato-stampa-fratelli-ditalia-24062013/534437366592991)
e francamente devo riconoscere che guardarsi l'ombelico non è esclusiva della
ex maggioranza comunale del PD. C'è chi scrive sui giornali, chi si vende come
persona riflessiva credendo (o facendo credere) che la riflessione sia un suo
atteggiamento esclusivo. Molto banalmente invece i problemi veri che occorre
affrontare non sono quelli sulle modalità con cui questa amministrazione
comunale ha chiuso i battenti, né quelli relativi alla collocazione politica di
qualcuno, non sono quelli sui luoghi dove vengono richieste le dimissioni, né
tantomeno il ruolo in sé. Questo modo autoreferenziale di intendere la politica
è per sempre superato ed è stato anche la principale molla che mi ha spinto ad
uscire dal percorso che avevo intrapreso nel PdL. Sono invece rincuorato
dall'esistenza di persone che ho incontrato nel mio cammino e che stanno a
fianco delle persone vere, di quelle che soffrono, di quelle che non arrivano
alla fine del mese, di quelle che altrimenti potrebbero rischiare di occupare
le pagine di cronaca di qualche giornale (come sempre più spesso abbiamo
purtroppo letto nel recente passato). Stare comodamente seduti a commentare con
aria di superiorità non è certo il modo per risolvere i problemi che
quotidianamente le persone incontrano. C'è invece bisogno di stare in mezzo
alla gente, di mettersi a loro disposizione, perché per fare Politica non è
possibile non considerare l'individuo, accompagnandolo soprattutto nei percorsi
più dolorosi del corpo e dello spirito. Un altro dato oggettivo è che la classe
politica (civica o partitica) non è stata negli ultimi vent'anni all'altezza
della situazione e questo ha fatto allontanare giovani e adulti, come qualcuno
potrà meglio ricordarsi pensando alle ultime politiche. Non è insomma la
Politica che ha fallito, ma la classe politica e occorre marcare la
distinzione. Nella mia convinzione, che è anche quella del gruppo che ho
costruito, fare Politica deve significare sacrificare qualcosa di sé per
aiutare gli altri, perché vale sempre la pena di impegnarsi per migliorare la
realtà che abbiamo di fronte. Il percorso che tutto il mio gruppo ha intrapreso
è basato principalmente su poche ma chiare cose: merito, partecipazione,
cambiamento, onestà, rinnovamento. Da qui occorre ripartire per far nascere le
politiche che possono amministrare un territorio come il nostro, ricco ma
immensamente trascurato. Il lavoro, le tasse, i servizi, il benessere
percepito, hanno infatti un urgente bisogno di essere declinati con un
atteggiamento diverso, se davvero vogliamo dare risposte alla gente. Troppo
semplicistico parlare separatamente di Fiera, buchi sulle strade, bollette che
aumentano, Imu, lavoro, quando invece le risposte da dare devono comprendere
una visione del mondo completamente diversa in cui tutto questo deve far parte
di un disegno organico, deve essere considerato come sfaccettature
diverse di un modo di vedere le cose altrettanto diverso. Con le nuove elezioni
a maggio del prossimo anno, se i cittadini daranno fiducia a quello che io
stesso e il mio gruppo abbiamo costruito, allora potremo dire che per la prima
volta a Sinalunga sarà primavera. In caso contrario sarà stato bellissimo
combattere per affermare dei principi, delle idee, una visione del mondo. State
comunque sicuri che non si può fermare la primavera tagliando tutti i fiori.
Gianni
Massai