lunedì 3 giugno 2013

Comunicato stampa 03/06/2013

Ci chiediamo, ancora una volta, quanto l’amministrazione comunale si occupi dei problemi di Sinalunga, piuttosto che guardarsi l’ombelico. Abbiamo infatti ricevuto molte segnalazioni secondo cui venerdi passato la zona delle Persie si trovava nuovamente in una situazione di oggettivo pericolo. Dopo l’alluvione del novembre 2012, poche piogge sono bastate per rendere i lavori di sbassamento del manto stradale una trappola. L’acqua piovana infatti, trovando una conca, si è depositata formando un laghetto e rendendo effettivamente pericoloso il normale transito delle macchine dei pendolari che si recano a lavorare. Non sono quindi bastati i mesi di disagio durante i lavori, nei quali per poter accedere alla Siena-Bettolle direzione Siena era necessario fare una lunga deviazione passando per il centro della Pieve, non sono bastate le richieste dei cittadini di installare un semaforo che consentisse la doppia circolazione nella corsia libera per alleviare il disagio, ora abbiamo l’ennesimo capolavoro realizzato evidentemente da un genio della costruzione. Ci verranno a dire che le responsabilità sono dell’amministrazione provinciale che ha effettuato i lavori, ma noi ci chiediamo se qualche colpa sia da attribuirsi anche al Comune che ha permesso un simile lavoro all’interno del territorio di pertinenza. Resta il fatto che in piena zona artigianale abbiamo un’autentica nuova piscina. Non vorremmo che l’amministrazione comunale, sempre in cerca di nuovi sistemi per finanziarsi, vista questa situazione, ci imponesse l’ennesimo balzello: un biglietto d’accesso per transitare lungo la strada. Proprio come avviene per entrare nella piscina comunale.
Prendiamo ad esempio quanto si è verificato per affermare nuovamente che nella zona in questione si è costruito troppo e male, ma  dato che, oltre alle banche, il cemento è l'unico ideale del Pd, nelle vicinanze ci sono nuove sorprese in arrivo. Rimaniamo quindi sbalorditi quando sentiamo che i problemi delle alluvioni, piuttosto che quelli relativi al dissesto idrogeologico sono da attribuirsi non al cemento, non all’incuria degli argini, ma piuttosto alle nutrie, bestiacce a metà strada tra toponi e castori, capaci di distruggere sistematicamente ogni protezione preventivamente preparata contro la furia del Foenna. Non il Danubio o il Volga. Eppure...
In ogni caso il cartello stradale "Pericolo di nutrie" ancora non l'abbiamo visto.



Gianni Massai



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