Ci chiediamo, ancora
una volta, quanto l’amministrazione comunale si occupi dei problemi di
Sinalunga, piuttosto che guardarsi l’ombelico. Abbiamo infatti ricevuto molte
segnalazioni secondo cui venerdi passato la zona delle Persie si trovava nuovamente
in una situazione di oggettivo pericolo. Dopo l’alluvione del novembre 2012,
poche piogge sono bastate per rendere i lavori di sbassamento del manto
stradale una trappola. L’acqua piovana infatti, trovando una conca, si è
depositata formando un laghetto e rendendo effettivamente pericoloso il normale
transito delle macchine dei pendolari che si recano a lavorare. Non sono quindi
bastati i mesi di disagio durante i lavori, nei quali per poter accedere alla
Siena-Bettolle direzione Siena era necessario fare una lunga deviazione
passando per il centro della Pieve, non sono bastate le richieste dei cittadini
di installare un semaforo che consentisse la doppia circolazione nella corsia
libera per alleviare il disagio, ora abbiamo l’ennesimo capolavoro realizzato evidentemente
da un genio della costruzione. Ci verranno a dire che le responsabilità sono
dell’amministrazione provinciale che ha effettuato i lavori, ma noi ci
chiediamo se qualche colpa sia da attribuirsi anche al Comune che ha permesso
un simile lavoro all’interno del territorio di pertinenza. Resta il fatto che in
piena zona artigianale abbiamo un’autentica nuova piscina. Non vorremmo che
l’amministrazione comunale, sempre in cerca di nuovi sistemi per finanziarsi,
vista questa situazione, ci imponesse l’ennesimo balzello: un biglietto
d’accesso per transitare lungo la strada. Proprio come avviene per entrare
nella piscina comunale.
Prendiamo ad esempio
quanto si è verificato per affermare nuovamente che nella zona in questione si
è costruito troppo e male, ma dato che, oltre alle banche, il cemento è
l'unico ideale del Pd, nelle vicinanze ci sono nuove sorprese in arrivo.
Rimaniamo quindi sbalorditi quando sentiamo che i problemi delle alluvioni,
piuttosto che quelli relativi al dissesto idrogeologico sono da attribuirsi non
al cemento, non all’incuria degli argini, ma piuttosto alle nutrie, bestiacce a
metà strada tra toponi e castori, capaci di distruggere sistematicamente ogni
protezione preventivamente preparata contro la furia del Foenna. Non il Danubio
o il Volga. Eppure...
In ogni caso il cartello stradale "Pericolo di nutrie" ancora non l'abbiamo visto.
In ogni caso il cartello stradale "Pericolo di nutrie" ancora non l'abbiamo visto.
Gianni Massai
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